Articolo di María Elvira Bargiela del 16 ottobre 2021 pubblicato da La Voce d’Italia
Traduzione di Marcela Ivonne Schiaffini, revisione di Sabrina Pino
CARACAS – L’effetto pandemia ha permesso a molte persone di giocare con la creatività. È così che Rosa Cavozza, ricordando il suo paese d’origine grazie al suo libro “Venezuela en Pasatiempos”, ha messo alla prova la mente delle persone e ha occupato il loro tempo libero in modo divertente.
Nell’intervista per La Voce D’Italia, la Cavozza ha spiegato che si tratta di un testo il cui unico argomento è il Venezuela ovvero il modo in cui “lui” (il paese) si mostra attraverso giochi e sfide quali: parole intrecciate, cruciverba, crittogrammi, indovinelli, sudoku e labirinti.
Si rivolge ai venezuelani, in particolare alle persone adulte che conoscono la storia, la geografia e la cultura della nazione caraibica. Ci sono alcuni giochi che bambini e ragazzi possono risolvere da soli ma anche esercizi in cui devono chiedere aiuto agli adulti i quali, raccontando un ricordo o un aneddoto vissuto, renderanno ancora più piacevole l’esperienza ai partecipanti. “Tutto questo con lo scopo di incentivare l’unione familiare e allo stesso tempo divulgare la conoscenza del nostro paese fra le nuove generazioni”.
La creazione
L’idea del libro è nata a Madrid durante la pandemia. “La reclusione obbligatoria l’ho trascorsa alla ricerca di argomenti (webinar, laboratori, accademie) di mio interesse personale e lavorativo. Le dinamiche familiari, nello specifico la convivenza con mia madre, mi hanno fatto capire che lei soffriva di nostalgia ed era molto preoccupata per il Venezuela”, è stata questa la spinta maggiore, dichiara l’autrice.
“Uno dei tentativi per far uscire mia madre da quell’angoscia, è stato l’acquisto di riviste di enigmistica, ma capitava che non completasse molti dei giochi perché erano sulla cultura spagnola e lei è venezuelana. Nasce così l’idea di creare il libro sul nostro amato paese, come consolazione e conforto per lei e noi.” Quella che era partita come una preoccupazione per i sentimenti di sua madre verso il Venezuela, ha dato inizio a un processo di ricerca su Internet sul mondo dei libri. “Ho strutturato così il contenuto: storia, geografia, personaggi, arte e cultura. Ho poi aggiunto altri temi come sport, cibo, folklore, etc. Mi sono quindi concentrata per mesi in una minuziosa ricerca (via internet) sui diversi contenuti e su come esporre e ordinare le esperienze da me vissute.”

Emozioni che vanno e vengono
Questo lavoro ha rappresentato per l’autrice un’altalena di emozioni. “Man mano che ricordavo, che ricercavo e mi addentravo in argomenti differenti, a volte nascevano in me sentimenti di ammirazione e allegria, altre invece, di malinconia e tristezza, fino ad arrivare addirittura al pianto, ma in molte occasioni provavo un’emozione travolgente che mi faceva sentire molto orgogliosa di essere venezuelana”.
Il desiderio della Cavozza è che i lettori sentano rimembranza, felicità e distrazione con in più la soddisfazione della riuscita nelle sfide.
Ha dichiarato di aver ideato e sviluppato la sua creazione con immenso piacere: “Questo viaggio è stato stupendo, molto formativo e pieno d’amore e, in fin dei conti, molto impegnato nella conservazione della memoria collettiva del venezuelano. E ovviamente, anche nel dare il benvenuto alla Tierra de gracia a coloro che non la conoscono e potrebbero prima o poi visitarla.”
Il concetto
Attraverso la sua opera cerca di mettere alla prova le conoscenze di un connazionale e fargli anche rivivere le sue esperienze. In uno straniero, cerca di far conoscere il Venezuela in modo semplice e divertente. Non è richiesto sapere, basta solo seguire le regole del gioco.
In entrambi i casi, invita a mettersi alla prova in base al gusto del lettore. “Ce n’è per tutti i gusti”, le soluzioni richiedono solo della semplice logica.
“Uso la parola viaggio nel testo, come una forma semplice e diretta di esprimere quello che rappresenta il mio libro: un percorso attraverso questo meraviglioso paese da nord a sud e da est ad ovest, dal Venezuela del passato a quello degli anni ‘70, ‘80 e oltre; le cose importanti e quelle quotidiane, l’aspetto umano e quello giocoso, lo splendore e la semplicità.

La diaspora
L’esodo venezuelano (per molteplici ragioni) è iniziato 20 anni fa. “Io appartengo alla diaspora: nel 2018 ci siamo trasferiti in Europa, all’inizio per turismo. L’idea era liberare la mente di mia madre dalle notizie del Venezuela e unire intorno a lei i miei fratelli, dato che alcuni di loro vivono fuori dal paese. Gli eventi politici, economici e la pandemia ci hanno obbligato a restare fra l’Italia e la Spagna”, ha raccontato l’intervistata, che è figlia di padre italiano originario di Parma.
“Il mio libro è uno strumento divertente per far conoscere il Venezuela e per aiutare coloro che hanno vissuto la diaspora a trasmettere ai loro figli i valori culturali”, commenta l’autrice.
Al suo interno, dedica vari giochi al migrante, fa domande sull’influenza, date, nomi. Offre inoltre un’attività per i connazionali che sono usciti dal loro paese per cercare una vita migliore, “comunque sia, è una sfida divertente”. E infine, offre anche un’attività particolarmente emotiva per coloro che si trovano ancora nel proprio paese natale.
La frase che plasma nel libro, “Dai che non passano macchine”, è un invito all’azione immediata, a prendere parte a una forma ludica di esercitarsi mentalmente, mentre si conosce il Venezuela. “Il mio libro vi aspetta nella libreria di Amazon” conclude la Cavozza.
Grazie / Gracias:
Un ringraziamento speciale a Letizia Buttarello caporedattore di La Voce d’Italia, alla giornalista María Elvira Bargiela per averci permesso di pubblicare l’articolo e a Sabrina Pino, traduttrice letteraria, per la sua paziente revisione e il grande supporto morale in tutto il progetto RomaSantiago.
Potete comprare il libro / Podéis comprar el libro aquí: Amazon
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