Una Summer School organizzata da UniPa con StradeLab e Una Marina di libri, un evento unico sulla traduzione letteraria
Si è conclusa lunedì 20 settembre la prima edizione della Summer School in Traduzione Letteraria organizzata dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo con il patrocinio dell’associazione culturale StradeLab e del festival del libro di Palermo Una marina di libri.
Si è trattato di un vero e proprio corso full immersion per aspiranti (e non) traduttori letterari che per una settimana hanno avuto la possibilità, dopo essere stati selezionati tramite un bando, di partecipare a delle masterclass con degli esperti dell’editoria e dei laboratori pratici dove sono state affrontate traduzioni di racconti.
Le lingue dei laboratori pratici erano: inglese, francese, spagnolo, arabo e tedesco.
Per lo spagnolo, docente di riferimento era Paola Molica, traduttrice audiovisiva e letteraria, che da anni collabora con la casa editrice Minimum Fax.

Noi di RomaSantiago, ci siamo messi direttamente in contatto con la direttrice del progetto, la Prof.ssa Daniela Tononi, francesista e docente dell’ateneo palermitano che ha fortemente voluto e dato il massimo supporto per la riuscita della Summer School. A lei abbiamo chiesto come è nato il progetto, quali fossero gli obiettivi che ci si era posti nonché un parere generale sulla riuscita dell’evento.
Ci ha spiegato la Prof.ssa Tononi: “L’idea di base era quella di offrire con la nostra Summer School uno spazio professionalizzante non solo per i nostri studenti ma per chiunque volesse misurarsi con la traduzione letteraria. Volevamo uscire un po’ dall’accademia e offrire quindi la possibilità di confrontarsi con altri voci e altri punti di vista che non fossero solo quelli dei docenti universitari”.
Continua: “Fondamentale è stato in tal senso l’apporto e la collaborazione con StradeLab perché la loro politica e la loro filosofia è questa: dedizione incondizionata alla formazione che secondo me è importante e rassicurante perché StradeLab non ha fini se non quello di seguire i suoi traduttori”.
“Nel mio dipartimento mi occupo del rapporto col territorio per cui per me era importante coinvolgere nel progetto anche le nostre realtà siciliane. Da qui l’idea di far partecipare i nostri alunni a Una Marina di libri, festival che ormai è arrivato alla dodicesima edizione e che nasce come festival itinerante all’interno dei luoghi più rappresentativi della città di Palermo. Mi sembrava un buon modo per finire il percorso pensato ad hoc per la Summer School quindi: dall’Università al rapporto e confronto con StradeLab per conoscere la professione del traduttore per poi arrivare al contatto diretto con gli editori. Durante il festival, è stata infatti organizzata una giornata conclusiva dal titolo “La valigia dell’editore, il viaggio del traduttore” dove sono intervenuti fra gli altri: Helena Aguilà Ruzola dell’Universitat Autònoma de Barcelona (Spagna), Yves Gambier dell’Università di Turku (Finlandia), Daniela Di Sora fondatrice della casa editrice Voland, Lorenzo Flabbi de L’orma editore, Caterina Pastura di Edizioni Mesogea, la Prof.ssa Assunta Polizzi dell’Università di Palermo e Marina Pugliano traduttrice dal tedesco”.

“Durante una Summer School non si possono acquisire tutte le competenze che un traduttore deve avere, che tra l’altro deve essere sempre in continua formazione, però sicuramente si può dare l’idea ai partecipanti di come possa essere il lavoro del traduttore, se realmente quella è la strada che si vuole percorrere. Ci si misura con tantissime problematiche non soltanto quelle legate all’interpretazione del testo ma anche proprio sul ruolo del traduttore all’interno del nostro sistema socioculturale e in tal senso StradeLab ha fatto un seminario introduttivo molto importante legato proprio ai contratti. È stato quello un modo per far comprendere quali diritti siano quelli del traduttore e a quale compromesso non scendere mai”.
Concludendo: “I punti di forza sono stati sicuramente il rapporto con il territorio con la partecipazione al festival Una marina di libri e la collaborazione con StradeLab perché questo connubio ha fatto si che fosse una Summer School a 360 gradi su tutti gli aspetti legati ai diritti, agli aspetti legali, alla formazione ovviamente specifica. Altro punto di forza sono stati i percorsi trasversali perché potevano essere utili al traduttore in generale e i percorsi specifici rappresentati dai laboratori pratici ovvero quelli dedicati ad ogni lingua”.
E ora la risposta alla domanda che tutti si staranno facendo: “Sì, ci sarà una seconda edizione. Siamo molto contenti perché abbiamo ricevuto un buon feedback da parte di Una marina di libri per cui per il prossimo anno ci organizzeremo con dei tempi più estesi perché è stata veramente una corsa contro il tempo, basti pensare che il bando è uscito solo ad agosto. Per l’anno prossimo inoltre stiamo pensando di provare ad inserire anche il cinese.”

Abbiamo poi raggiunto Sabrina Pino, docente di spagnolo e appassionata di traduzione letteraria per farci raccontare l’esperienza.
Sabrina, bentornata a Roma. Pensiamo sia davvero utile far conoscere l’esperienza della Summer School ad altri traduttori che sicuramente avranno voglia di iscriversi l’anno prossimo.
È stato il tuo primo corso di traduzione letteraria?
Anzitutto grazie per avermi dato la possibilità di parlare di questa meravigliosa esperienza appena vissuta. No, non è stato il mio primo corso di formazione in traduzione letteraria. Ho iniziato a formarmi più seriamente in traduzione letteraria dallo spagnolo nel 2018, quando ho deciso di iscrivermi al Master Alias della Scuola del Libro. Da allora non mi sono più fermata. La formazione deve essere costante secondo me perché cambiano le tecniche, cambiano gli approcci, cambia la lingua con cui lavoriamo, cambiano le esigenze dei lettori e il mercato editoriale; bisogna stare sempre sul pezzo, insomma. E nel frattempo, darsi da far per lavorare.
Ah, quindi hai già pubblicato? Dicci più.
Da uno dei laboratori di traduzione dallo spagnolo che ho frequentato nel 2019 organizzato dalla casa editrice Gran Vía, è nata una bellissima raccolta di racconti “Ricomporre amorevoli scheletri” della scrittrice boliviana Giovanna Rivero. La traduzione di uno dei racconti, “Margarita” è firmata proprio da me.
Il microrrelato, genere tanto caro alla tradizione letteraria spagnola e sudamericana, si presta bene per questo genere di lavori di gruppo, dove i partecipanti si possono allenare a revisionare i lavori degli altri e apportare suggerimenti che danno al prodotto finale quel non so che di corale che nasce dall’unione di più punti di vista. La stessa modalità, per altro, è stata adottata durante il laboratorio di spagnolo della Summer School.
Dovrebbe uscire l’anno prossimo un’altra raccolta di racconti, questa volta di una giovane scrittrice spagnola, sempre frutto di uno di questi laboratori di traduzione… ma meglio non dire troppo per non rovinare la suspense.
Qual è stato il punto forte dell’esperienza?
Sicuramente, il fatto che la Summer School si tenesse in una sede accademica come quella dell’Università di Palermo, e che avesse come partner l’associazione culturale StradeLab, che ha fornito informazioni preziosissime su quello che un traduttore deve sapere per potersi muovere con prudenza e attenzione nel mondo editoriale. Ciliegina sulla torta è stata la partecipazione a Una marina di libri, nota manifestazione letteraria piena di eventi, presentazioni, incontri, bellissimi libri (ne ho comprati due che sono delle vere chicche) e realtà editoriali poco note, come quelle siciliane. Per non parlare poi dei docenti, il mio gruppo di spagnolo, che dire… tutto perfetto.
Consiglieresti l’anno prossimo ad altri colleghi di partecipare?
Assolutamente sì, come dicevo la formazione è sempre importante, non si diventa traduttori in un giorno: ci si diventa con impegno, con qualche sacrificio, anche con tanti no e pochi si, purtroppo la passione e l’amore per lingue da soli non bastano. Il confronto con l’altro è altrettanto importante, accogliere e far propri punti di vista diversi fa veramente la differenza. Si possono incontrare veramente persone speciali. E poi Palermo è una città bellissima, accogliente e culturalmente viva, molto più di Roma se vuoi. Insomma, è un’esperienza che si può vivere a 360 gradi.

Un ringraziamento speciale alla Prof.ssa Daniela Tononi e a Sabrina Pino che ci hanno permesso di saperne di più sulla Summer School. Non ci resta allora che attendere il bando per il 2022 !