Vi proponiamo la traduzione italiana dei tre racconti vincitori
Fra i suoi obiettivi, RomaSantiago si è posta quello di divulgare letteratura inedita e di dare spazio a traduttori letterari e autori ispanofoni ancora sconosciuti in Italia. Vuole quindi essere per quest’ultimi due una vera e propria vetrina.
Siamo venuti a conoscenza del III CERTAMEN SEPAR e della loro raccolta di racconti brevi che potete scaricare qui e abbiamo contattato il vincitore José Ramón Codina Villalón e la società SEPAR Pacientes.
Ma andiamo per gradi e spieghiamo meglio di cosa tratta quest’avventura che ci accompagnerà per i prossimi tre lunedì e che sarà l’inizio di quello che speriamo sia un appuntamento fisso con la traduzione letteraria.
Cos’è il SEPAR?
SEPAR è l’acronimo di “Sociedad Española de Pneumologia y cirugía torácica” ovvero la società spagnola di pneumologia e chirurgia toracica.

Il SEPAR è la Società Scientifica che riunisce oltre 4.800 professionisti della salute respiratoria in Spagna, ovvero, la quasi totalità dei pneumologi, chirurghi toracici e infermieri e fisioterapisti respiratori con insieme altri specialisti nazionali e stranieri con interessi comuni. Il suo obiettivo è lavorare su progetti scientifici che facciano avanzare la pneumologia e la chirurgia toracica e portare a termine iniziative sulla salute respiratoria che si ripercuotano positivamente nella società.
Un concorso letterario sulla respirazione
Da tre edizioni, col concorso sul racconto breve, SEPAR dà voce e spazio a pazienti e medici che amano l’arte della scrittura e della narrazione. Ai primi tre racconti vincitori viene assegnato un premio in denaro.
Quest’anno ad aggiudicarsi il podio sono stati:
1° classificato – Un domingo más – José Ramón Codina Villalón
2° classificato – Duelo de titanes – Luis Alejandro Pérez de Llano
3° classificato – Terrible confianza – Maricruz Carreño
Ad illustrare copertina e racconti ci ha pensato l’artista Marta Aguayo di cui potete apprezzare i lavori su Instagram, dove conta oltre 15mila followers: @martawaterme

Da lunedì 29 novembre quindi, per tre lunedì, vi proporremo la traduzione italiana dei tre racconti brevi.
Come sempre, noi di RomaSantiago non riusciamo a divulgare notizie e fermarci lì, dobbiamo interagire e quindi siamo entrati direttamente in contatto con il vincitore da Valencia e l’abbiamo intervistato solo per voi.
Intervista al vincitore: José Ramón Codina Villalón
Buonasera José, il racconto con cui hai vinto il concorso parla della pandemia. Da dove hai preso l’ispirazione per sviluppare il racconto? Mi spiego: si tratta di un’esperienza che hai vissuto in prima persona?
Durante la pandemia ho vissuto con molta angoscia la morte dei nostri anziani nonostante nessun mio parente o amico vicino sia stato coinvolto gravemente. Il dolore nel vedere come un’intera generazione se ne andava in silenzio e in solitudine e come i professionisti sanitari si sono sforzati in modo sovraumano per adempiere a tutto ciò che noi familiari non abbiamo potuto fare a causa del COVID mi ha dato l’ispirazione. Volevo riflettere sull’angoscia e la solitudine che hanno sentito molti dei nostri cari in quelle circostanze.
Raccontaci di più sulla tua traiettoria come scrittore. So che hai vinto altri concorsi di racconti. Il racconto è il tuo genere preferito o scrivi anche di romanzi?
Non scrivo da molto tempo, ma per molto tempo ho sognato ad occhi aperti: immaginavo storie. Io sono molto incline a quegli stati onirici che sono secondo me il terreno della scrittura e del racconto. Ho iniziato a scrivere sulla scia di un concorso settimanale di microracconti della Radio Nacional de España che ho vinto. Quella circostanza, abbastanza casuale (sempre se il caso esiste) mi ha incoraggiato a riprendere una vocazione che avevo dimenticato. Da allora, non sono riuscito a smettere di scrivere e continuo a formarmi. Il racconto, il racconto breve e il microracconto sono i miei generi preferiti. Credo che come lettore, e questa è un’affermazione che ho sentito in un’intervista a Gonzalo Calcedo, uno dei massimi referenti del racconto nel nostro paese, sono un po’ adolescente, nel senso che sono impaziente di chiudere una storia senza dover aspettare trecento pagine. I lettori credono che il racconto, in qualche modo, sia un genere minore per scrittori alle prime armi che non si lanciano o non si sentono preparati a scrivere un romanzo. Nulla di più distante dalla realtà. Il racconto e il racconto breve richiedono una destrezza in più: quella di ridurre e condensare senza alterare. Una questione molto complessa. Tutti i grandi narratori Bolaño, Rulfo, Cortázar, Borges, Poe, Chéjov si sono cimentati col racconto e il racconto breve.
Scrivere racconti brevi oggi in Spagna. Che ruolo credi abbia oggigiorno questo genere?
Non è assolutamente un genere che risalti per le vendite ma sì ha, senza dubbio, adepti molto fedeli. Si tratta di lettori molto particolari. Lettori che leggono riflessivamente, che aprezzano il subtesto e che sono conoscitori della tecnica e delle risorse letterarie. In Spagna ci sono case editrici meravigliose (Pagina de Espuma) che si occupano quasi esclusivamente di racconti. Ad ogni modo, è un genere che è molto in linea col mondo di oggi e con i modi del lettore attuale a sua volta molto in linea con un mondo sempre più impaziente.

Quali sono i temi che affronti generalmente nei tuoi racconti?
Attualmente sto preparando una raccolta di racconti che pubblicherò a metà del prossimo anno. Selezionando i racconti che ne faranno parte mi rendo conto che sono retti da un filo conduttore ovvero i cambi evolutivi nel corso della vita: l’infanzia, l’adolescenza e la maturità. Quello che uno conquista e perde in ognuna di queste fasi, le cicatrici che quelle perdite ci lasciano.
Quali sono gli scrittori spagnoli e non che hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
È una domanda complessa perché in qualche modo tutti i libri si collegano, parlano fra di loro. Ammiro molto Carlos Castán, Eloy Tizón, Andrés Newman, Daniel Monedero, ovviamente Juan José Millás anche se ovviamente non smetto di scoprire ogni giorno autori e autrici magnifiche come Rosario López, María Fernanda Ampuero o Eva Baltasar.
E ora i ringraziamenti…
Ringraziamo il SEPAR Pacientes per averci dato l’autorizzazione a pubblicare i racconti e renderli fruibili al pubblico italiano; a José Ramón Codina Villalón per aver colto con grande entusiasmo la nostra iniziativa ed averci rilasciato l’intervista; a Marta Aguayo per averci permesso di pubblicare le sue illustrazioni; a Sabrina Pino e Annalisa Maturo per le traduzioni.
¡ Muchas gracias a todos !
A lunedì | Hasta el lunes