Di Juan Antonio Muñoz H. pubblicato il 31 marzo 2022 nella sezione Cultura de El Mercurio, Cile
A Pesaro, terra di Rossini, Javiera Tapia si sta occupando della realizzazione di un documentario sulla vita del compositore, è inoltre intenzionata a pubblicare un libro su di lui e portare in scena in Italia la sua opera “Lautaro”.
Di questi tempi, in cui ci sono così poche possibilità per l’opera in Cile e in cui si vive una situazione complicata dovuta alla mancanza di finanziamenti e al disinteresse nel genere da parte delle autorità a carico delle politiche culturali, un progetto come questo sembra un miracolo. Ancor di più se al centro dell’attenzione vi è uno spartito composto da un cileno nato nel XIX secolo, Eleodoro Ortíz de Zárate, basato su uno dei più celebri condottieri mapuche: Lautaro.
Ancora più incredibile è il fatto che tutto questo stia accadendo a Pesaro (Italia), città natale di Gioacchino Rossini, uno dei compositori più rappresentati in Cile durante il XIX secolo, specialmente a Valparaíso.
Alla guida di questo progetto vi è la cantante lirica copiapina Javiera Tapia che già da qualche anno lavora al riscatto della figura di Ortíz de Zárate e che attraverso un documentario intitolato “De la partidura a la voz” cerca di dare visibilità al difficile percorso dell’opera in Cile.
Ortíz de Zárate (1865-1953) nacque a Valparaíso e completò i suoi studi in Europa, principalmente a Milano, dove seguì vari corsi di armonia e contrappunto. Viaggiò in Italia e Svizzera prima di rientrare in Cile. Tra i suoi titoli si ricordano “La florista de Lugano” (prima nel 1895 e che è andata perduta) e “Lautaro” che scatenò un’ondata di critiche ed enorme controversia dopo la prima nel 1902.

Una delle recensioni, pubblicata da “El Mercurio” il 13 agosto del 1902, dice così: “All’opera di Ortíz manca quel marchio proprio, personale, quella tocco uniforme che un autore deve imprimere alle sue opere, con frequenza invece dentro la trama della sua musica ritroviamo l’impronta di molti autori; diciamo così perché il maestro per nascondere queste impronte le rovescia un poco, riproponendole, come diciamo volgarmente, zampe all’aria (…)”-
NEL SEGNO DI “LAUTARO”
Diplomata con il massimo in Interpretazione Musicale e specializzata in Canto Lirico alla Escuela Moderna de Música, Javiera Tapia ha vinto una borsa di studio della Corporación de Amigos del Teatro Municipal de Santiago. Ha partecipato a numerosi concerti e rappresentazioni d’opera all’estero e attualmente vive a Pesaro.
Il lavoro è iniziato dopo un invito a Berlino nel 2016. “Io non portavo nulla del Cile in quell’incontro e ci sono stata malissimo, così decisi che la prossima volta che avrei viaggiato, avrei portato musica cilena. Al mio rientro iniziai a ricercare e trovai varie opere di diversi compositori, ma la vita di Eleodoro mi segnò a tal punto che piansi quando terminai di leggere le critiche che scrissero su “Lautaro“. Così, iniziai a ricostruire il puzzle della sua vita”.
Si tratta di un lavoro personale al quale si sono aggiunte “molte persone coraggiose, persone alle quali sono profondamente grata per aver creduto nel mio progetto”.


Come ha potuto prendere piede il progetto in Italia?
“Conoscere la lingua è stato un fattore importante. Ha aiutato tanto anche il fatto che io fossi molto sicura della serietà del mio lavoro, che è completamente basato su documenti. Inoltre è risultato interessante il fatto che al centro di tutto ci fossero due città, Pesaro e Valparaíso, e che in entrambe fossero nati grandi compositori. Li separa un oceano, ma c’è una storia che li unisce. Rossini è centrale per Pesaro e gli inizi delle rappresentazioni d’opera in Cile sono molto legati a lui.
A che punto del lavoro siete?
È stata conclusa la prima parte del documentario e stiamo per iniziare la seconda e il finale. Inoltre, stiamo lavorando alla pubblicazione di un libro.
Speri di poter presentare Lautaro in Italia?
“Si, abbiamo già una data. La prima sarà fra pochi mesi, con casting completo composto da importanti cantanti cileni residenti all’estero”.

C’è qualche relazione tra il suo lavoro e quello che si sta realizzando a Concepción precisamente con Lautaro?
Nel mio gruppo di lavoro ci sono varie persone di Concepción. So che lì, dall’anno scorso, si è parlato abbastanza di quello che sto realizzando qui. Più che altro perché con questo progetto si mette in mostra il valore degli artisti cileni. Non ho contatti con le persone che, credo, vogliano lavorare con lo spartito. Si tratta di lavori differenti: il mio è una rivendicazione della vita e dell’opera di Ortíz de Zárate, un riscatto della sua figura basato su documenti che ho raccolto. Per me, uno degli eventi più significativi è stata la nomina a cittadino onorario della città Valparaíso. Io stessa ho presentato la candidatura ed è stato decorato il 29 di dicembre dello scorso anno, proprio il giorno del suo compleanno.


Ha mai presentato il progetto qui in Cile?
Ho provato a coinvolgere i teatri del Cile, ma ho avuto più successo qui. Non saprei se le porte degli scenari sono aperte a tutti, così come lo ha vissuto lo stesso compositore. Dopo la prima di “Lautaro” a Ortíz de Zárate vennero chiusero tutte le porte e gli diedero come condizione che un altro musicista realizzasse la orchestrazione delle sue opere, cosa a cui si negò. Questo è uno dei motivi principali per il quale restiamo fedeli a tutto quanto di originale resta di lui, per riproporre la sua musica tale e quale a come lui avrebbe desiderato”.
Cosa l’ha colpita in particolare di Lautaro?
Il compositore sapeva molto bene quello che faceva e si distingue stilisticamente abbastanza da suoi simili cileni dell’epoca, precisamente perché il suo percorso di formazione fu differente. Quello che più mi ha colpita è la profondità che dà ai personaggi e l’emancipazione di Guacolda. Ortiz de Zárate strizza l’occhio a molti temi attuali. Fu un uomo precoce per la sua epoca. Secondo tutti i documenti e l’informazione raccolta, oggi posso dire che il suo modo di scrivere ha un legame diretto con la sua vita, e questo si potrà vedere nel documentario”.
Si ringrazia Juan Antonio Muñoz de El Mercurio per aver autorizzato la traduzione e pubblicazione del suo articolo sul blog RomaSantiago e Javiera Tapia per aver reso possibile questa collaborazione.
Link utili:
Instagram Javiera Tapia: @jaavytapia
Instagram Progetto De la partidura a la voz: @operalautaro
Trailer en español: