Lucía Italia Morana: la pittrice colombiana che dipinge l’anima delle cose

Vi presentiamo l’opera e la traiettoria artistica di Lucía Italia Morana: pittrice che si muove fra Roma, il Molise e la Campania

Dove possiamo incontrare l’hispanidad in Italia? I nostri lettori più fedeli sanno che è questa la domanda che ossessiona RomaSantiago. Attive da pochi mesi, galeotta fu per noi l’intervista su Radio Roma Capitale a febbraio (piccolo spoiler: ci torneremo presto e stavolta in diretta) che ha fatto sì che questo articolo prendesse forma e vita.

Proprio grazie a degli intrecci del destino, dopo essere stata contattata dalla bravissima illustratrice Vanessa Latartara, veniamo a conoscenza dell’opera di Lucía Italia Morana e delle sue mostre.

Mai incontro fu più fortuito e mai artista rispose a pieno titolo alla domanda: dove possiamo trovare l’hispanidad in Italia? Beh, nel suo caso, nei suoi quadri e nelle sue mostre di hispanidad ce n’è davvero tanta. Originaria di Cali, Colombia, Lucía vive nelle verdi e pacifiche campagne fra il Molise e la Campania da dove spesso si sposta per motivi di lavoro a Roma.

Non abbiamo saputo resistere, abbiamo così deciso di metterci in contatto con lei e proporre in esclusiva per voi un’intervista dove forse, per ovvi motivi, non abbiamo calcato troppo la mano su questioni critico-artistiche (lasciamo fare il loro lavoro ai critici d’arte) ma come sempre amiamo fare, ci siamo dedicate invece a scoprire chi è Lucía la persona e chi Lucía l’artista.

Noi ce ne siamo innamorate, sia della sua personalità solare che dei suoi bellissimi quadri che con le loro luci, sfumature e tinte caraibiche hanno già conquistato fra gli altri l’IILA, Madrid e un brand di haute couture che vi invitiamo a scoprire leggendo l’intervista qui sotto, proprio subito dopo la bellissima opera “Pa’lante siempre“.

© Pa’lante siempre, Lucía Italia Morana

La parola a Lucía…

Salve Lucia e grazie per aver voluto essere fra le nostre pagine virtuali. È un onore per noi avere un’artista del tuo calibro qui a RomaSantiago, il blog più latino d’Italia. Partirei dalle origini e dalla domanda che chiunque si porrebbe: come sei arrivata in Italia?

Dopo aver studiato per cinque anni Economia e Relazioni internazionali all’Universidad Externado de Colombia a Bogotá e aver lavorato per tre anni in una multinazionale giapponese, mi sono voluta dare l’opportunità di studiare storia dell’arte e della pittura a Roma. Ho deciso di lasciare il “certo” per avventurarmi in quello che davvero smuoveva il mio spirito.

Quando ti sei resa conto che l’arte sarebbe diventata il tuo lavoro? Intendo dire che era diventata qualcosa di fondamentale per la tua vita a cui non potevi rinunciare.

Quando lavoravo a Bogotá, dopo il lavoro, partecipavo a conferenze di storia dell’arte e a laboratori di disegno. Ho capito che la mia vera giornata iniziava dopo le sei del pomeriggio dato che andavo felicissima a fare proprio quello che mi piaceva. Stare nel mio ufficio seduta tutto il giorno in un cubicolo, di fronte a un computer, mi sembrava eterno e fu così che mi resi conto che non ero felice anche se il lavoro mi assicurava una gratificante stabilità economica .

© Lucía Italia Morana

Dove ti sei formata?

La mia formazione empirica iniziò a Cali, dove sono nata: disegnavo su fogli di quaderno e li regalavo alle mie amiche di scuola. Ricordo che scrivevo a un cugino, più piccolo di me, che viveva in Florida, Stati Uniti, e le lettere erano sempre accompagnate da disegni. Mia zia ancora li conserva. Dopo aver finito la scuola, mi sono trasferita a Bogotá dove iniziai la mia formazione artistica, nel laboratorio di Justiniano Durán e partecipavo anche alle conferenze di storia dell’arte del maestro Augusto Ardila. Mi trasferii poi in Italia e mi iscrissi all’Accademia di Belle Arti di Roma, a Via di Ripetta, a studiare pittura e storia dell’arte. Frequentai la scuola libera di nudo per approfondire l’anatomia del corpo umano ed ho avuto anche l’opportunità di lavorare nel laboratorio del maestro Sandro Trotti, a Via Cola di Rienzo.

È difficile essere e fare il pittore in Colombia? So che questa è una domanda difficile e/o scomoda ma può aiutare a capire se si può fare qualcosa in più o se in realtà è solo un pregiudizio ed è facile anche in Colombia.

A dir la verità non so quanto sia facile o difficile essere artista in Colombia, ma sicuramente il pregiudizio su “di arte non si vive” era ancora abbastanza forte quando vivevo in lì.

Ti possiamo garantire che accade lo stesso in Italia. Noi stesse sappiamo bene che di letteratura e traduzione non si vive.

Ci hai raccontato, quando ci siamo conosciute, che vivi fra Molise e Campania. Vivere in un ambiente tranquillo e circondato dalla natura ti aiuta a concentrarti di più sulla tua arte?

Vivere in campagna sicuramente ha permesso di aumentare la mia sensibilità verso i piccoli dettagli del ciclo della natura e verso il comportamento degli animali. Vivere le stagioni in modo più diretto, senza contaminazione ambientale, è una grande fortuna.

Da dove prendi ispirazione per i tuoi quadri?

Mi ispira la quotidianità e il mio percorso personale e spirituale. Per esempio, gli oggetti che disegno sono cose che utilizzo nel mio vivere quotidiano ma trascendono dalla loro funzionalità per acquisire un’anima o un sentimento. Anche la natura mi ispira attraverso l’uso del colore nelle opere pittoriche. Infine, mi ispira anche riciclare materiali: è un atto che fa parte della mia essenza e coscienza, dato che tutto si può trasformare in modo creativo.

Quanta Colombia c’è nei tuoi quadri?

C’è molta Colombia nei miei quadri: c’è molto della sua energia leggera, intensa ed allegra. L’uso di colori forti e brillanti sicuramente è innato e vincolato all’infinita palette che offre un clima tropicale.

© Hermandad, Lucía Italia Morana

Andiamo più nel concreto: qual era il tema della tua prima mostra e dell’ultima?

La Colombia è sempre stata un tema che mi interessava interpretare attraverso la pittura. La mia prima mostra trattava proprio il tema dei differenti volti della Colombia: ho pitturato su blocchi di legno le differenti fisionomie che puoi trovare nel mio paese (bianchi, indigeni, neri, mulatti, meticci).

Sono orgogliosa di poter essere una finestra positiva per il mio paese all’estero.

L’ultima mostra, avente come tema la Colombia, si ispirava ai miei zaini Wayuu. Mi affascina tutto quello che è fatto a mano e da lì nascono le mie opere della mostra “Tejiendo identidad” dove protagonisti sono i bambini colombiani mentre la tradizione artigianale fa da sfondo e base per l’identità di una persona, etnia o paese.

Successivamente queste opere si sono evolute in altre più concettuali e moderne (prendendo sempre come ispirazione i modelli degli zaini Wayuu): prendevo lunghi rotoli di stoffa che creando movimento hanno dato vita alle opere di “Tejiendo camino“. Passai quindi dal tessuto in sé all’atto di tessere il nostro cammino. Ripetendo i modelli o cambiando la trama in modo libero se vogliamo. Queste opere appese con silhouette di donne piene, o meglio riempite da figure geometriche, ci invitano a prendere coscienza sul tessere le nostre vite nel miglior modo possibile. In queste opere in definitiva c’è sempre uno spunto per riflettere su come rendere migliore la nostra vita.

L’ultima mostra che ho fatto è iniziata durante la settimana di “ROME ART WEEK” (fine ottobre 2021) e si è tenuta fino a gennaio 2022. Ho avuto l’opportunità di esporre i miei disegni iperrealisti nell’Istituto Italo-Latino Americano (IILA) a Roma.

© Mochila, Lucía Italia Morana

Stai preparando qualche altra mostra?

Sto preparando una mostra con una serie di disegni iperrealisti insieme ad oggetti “vintage” dell’importante casa di moda Gucci, Roma.

In Italia, credo che la maggior parte di noi conosce unicamente Botero, per cui ti chiedo di consigliarci qualche pittore/pittrice colombiano/a che dovremmo conoscere si o si e perché.

Ci sono molti artisti che mi piacciono. Le installazioni di Doris Salcedo, scultrice, mi affascinano molto perché lei ha un grande talento nel mostrare la dura realtà del nostro paese in modo poetico e lasciando allo spettatore grandi riflessioni e presa di coscienza sulla violenza. Utilizza spesso mobili nelle sue sculture, eliminando la loro natura familiare e dando loro un’aspetto di oggetto in cattivo stato e orrore.

Raccomando anche le opere di Carlos Jacanamijoy, padre, e di suo figlio Tahuanty. Sono di origine indigena Inga. Entrambi sono di una zona al sud della Colombia che mi riporta alla mia infanzia, per questo riesco in un certo modo ad identificarmi con la forza dei loro colori e delle loro forme . Mi piacciono anche Omar Rayo e sua figlia Sara Rayo, che fa eco all’opera di suo padre senza però copiarla. Un tocco molto femminile e delicato da non perdere.

Raccomando Pedro Rui, pittore e scultore, il suo colore e i suoi temi raccolgono l’essenza della quotidianità , di tutto ciò che fluisce nella fauna, nella flora, nel cibo, sui fiumi della Colombia.

Tra gli altri, vi raccomando anche: Alejandro Obregón, Débora Arango, Beatriz González, Luis Caballero, David Manzur,  Maripaz Jaramillo, Juan Antonio Roda, Enrique Grau.

© Lucía Italia Morana

Grazie ancora Lucía per averci fatto scoprire attraverso i tuoi occhi il tuo paese d’origine, la Colombia, di cui sei a tutti gli effetti un’ambasciatrice culturale. Verremo sicuramente a visitare la tua prossima mostra.

Link utili:

Instagram: @luciamorart

Facebook: @luciamorana.arte

Un commento su “Lucía Italia Morana: la pittrice colombiana che dipinge l’anima delle cose

  1. Ho l’onore di aver conosciuto Lucia, ma ancor più di essere divenuta sua amica. ❤
    L’ammiro innanzitutto come donna forte, tenace e nello stesso tempo dolce e sensibile….. ❤ Adoro le sue opere e pur non essendo esperta di arte, le trovo umane…. delicate…. gioiose…. Dentro abita la sua anima e c’è tutto il suo cuore ❤ colombiano che se non si esprimesse nell’arte…… potrebbe scoppiare…. ❤ Lucia : “Ad maiora”

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