La luminaria ispirata alla varietà del peperoncino Acrata del Cile, vince su tutte
Cos’hanno in comune la Puglia e il Cile? Questa è una delle domande che ci siamo posti appena abbiamo scoperto che una luminaria dal titolo Cile-Acrata aveva vinto il concorso Luci su Vieste.
Ma partiamo dall’inizio. Luci su Vieste è una manifestazione ideata da Elio Colasanto, che ne è anche il Direttore Artistico, e promosso da Rossella Falcone, assessore al turismo della città di Vieste. Per 100 notti d’estate, 100 luminarie progettate da 10 artisti hanno illuminato le vie di Vieste, splendida cittadina del Gargano. Ogni luminaria era dedicata a una nazione. Il tema della manifestazione era la luce: simbolo di speranza e volontà di rinascere dopo il periodo buio della Pandemia mondiale.
Noi di RomaSantiago abbiamo contattato le vincitrici del concorso: Maria Paola D’Amato e Claudia Inglese. Abbiamo subito chiesto loro come è nata questa collaborazione. Come sospettavamo, il connubio è nato in primis da una bella amicizia e poi dalla sinergia delle professionalità che le due esercitano. Maria Paola è infatti un’ingegnera edile e architetta, quindi la parte logica e strutturale, mentre Claudia è una graphic designer ovvero la parte creativa e armoniosa del progetto.
A loro il merito di averci introdotto nel mondo delle luminarie. Con dovizia di particolari, ci hanno spiegato che la luminaria è una tradizione artistica pugliese molto sentita e vincolata alle feste patronali: vengono infatti costruite per illuminare a festa città e paesi durante la festa del santo.
Luci su Vieste però ha permesso ai suoi artisti di rivisitare il ruolo della luminaria proponendo un tema profano e non sacro.
Per darvi un’idea: sono così belle che persino Dolce & Gabbana ha allestito l’intera scenografia della sfilata uomo primavera-estate 2022 con le luminarie salentine.
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Maria Paola D’Amato -
Claudia Inglese
Cile – Acrata: un progetto interculturale a quattro mani
La luminaria Cile – Acrata è unica nel suo genere. Maria Paola e Claudia ci hanno fatto notare in primis quanto geograficamente il Cile e la Puglia si somiglino: si tratta infatti di due territori stretti e lunghi. Per la creazione di questa luminaria, hanno deciso di ispirarsi al cibo e hanno deciso di giocare sul suono della parola “chile” che significa proprio peperoncino . Facendo delle ricerche sono giunte all’acrata meglio noto come il “viagra del Cile“. Si tratta di un peperoncino della specie Capsicum Annuum dalla forma lunga e affusolata e dal colore rosso brillante.
Le due artiste, così come gli altri partecipanti, avevano a disposizione delle tavole di compensato delle dimensioni di 1,5 mt per 1,5 mt messe a disposizione dagli organizzatori della manifestazione.
Ogni tavola è passata poi per un macchinario laser che intagliava sul compensato le forme desiderate caricate tramite un software. È così che è nata la struttura portante. Struttura che generalmente è verniciata di bianco. Successivamente, a mano, si sono occupate dell’installazione delle luci e si sono assicurate che tutto il sistema elettrico funzionasse.
La luminaria Cile – Acrata è costituita da un intreccio geometrico, ma armonioso, di peperoncini acrata che vanno a formare un bellissimo rosone. Questo gioco di forme e colori ha fatto sì che la luminaria riprendesse quindi una forma tradizionale, pur essendo rielaborata con elementi esotici e lontani.

Danza, musica e colori anche dal Venezuela con la luminaria Alma llanera
Non solo Cile: altri nove paesi sono stati rappresentati dalle luminarie di Maria Paola e Claudia. Per il Sud America c’era anche il Venezuela. In questo caso la scelta è ricaduta su un altro simbolo culturale tipico del paese latino: la danza. La luminaria dal titolo Alma llanera vede protagonisti due ballerini di joropo la danza nazionale venezuelana di cui Alma llanera è una delle canzoni più famose.

Gran parte delle luminarie progettate da Maria Paola e Claudia sono già state vendute. Ce ne sono alcune ancora disponibili e vi invitiamo a contattarle qualora foste interessati.
A loro vanno i nostri complimenti per essersi misurate con una tecnica e un’arte che conoscevano poco e che hanno saputo reinterpretare magistralmente.
Di seguito galleria delle altre loro luminarie presentate al concorso.












Ma c’è ne erano così tante tutte insieme che si aveva l’impressione purtroppo di un ammasso di colori confusi, che non lasciavano ben distinguere ogni singola luminaria. A vederle in foto singolarmente le creazioni delle professioniste vincitrici non mi sembra affatto averle viste. Peccato, secondo il mio parere le luminarie meritavano delle ubicazioni più appropriate, che le valorizzasse.
Gentile Terry, la ringraziamo per aver condiviso con noi le sue impressioni. La Redazione di RomaSantiago non ha potuto visitare Vieste durante la manifestazione per cui non possiamo esprimere giudizi in merito. Inoltreremo agli organizzatori il suo commento. Per quanto ci riguarda, noi siamo rimasti positivamente colpiti dalla disponibilità degli organizzatori che ci hanno permesso di conoscere le vincitrici e di poter parlare con loro. Nel nostro piccolo speriamo di aver contribuito a diffondere l’arte della luminaria, orgoglio pugliese e italiano.