5 figure femminili latinoamericane da conoscere assolutamente

8 marzo 2022: riscoprite con noi 5 donne latinoamericane

Potevamo noi di RomaSantiago non fermarci un minuto per riflettere in questa data così emblematica, l’8 marzo, su figure femminili latinoamericane che hanno fatto storia divenendo leggendarie?

Proviamo a mettere da parte il cinismo e approfittiamo di questa data per ricordare o far scoprire figure femminili latinoamericane che hanno cambiato i destini di intere generazioni e in alcuni casi di un intero continente.

Il nostro vuole essere solo un omaggio e uno spunto di riflessione e ricerca. Ovviamente per ognuna di loro non basterebbe una vita intera per raccontarne opere e gesta, per cui non ce ne abbiano esperti di storia, letteratura e geopolitica.

La Malinche (1500 ca.)

Si tratta di una figura chiave della Conquista spagnola del Messico. Era una donna indigena nahua che insieme con altre diciannove donne venne consegnata come schiava ai conquistadores spagnoli. È considerata la prima interprete della storia: conosceva il maya e il náhuatl e successivamente imparò lo spagnolo. Sempre al fianco di Hernan Cortés fu sua interprete e consigliera. Ebbe da lui un figlio che molti ritengono il primo meticcio della storia: Martín Cortés. Per tanto tempo è stata una figura scomoda, poiché ritenuta l’emblema del tradimento avendo supportato gli spagnoli e non il suo popolo ma, soprattutto negli ultimi anni, il suo ruolo è stato rivalutato positivamente per essere stata l’iniziatrice dell’attuale etnia meticcia ancora oggi presente in Messico. Se masticate bene lo spagnolo vi consigliamo Malinche di Laura Esquivel del 2006 che in un sagace intreccio tra storia e finzione narra la “presunta” storia d’amore fra la Malinche e Cortés.

Sor Juana Inés de la Cruz (1648 ca.)

Religiosa e poetessa spagnola vissuta in Messico nel diciassettesimo secolo. Potremmo definirla come la prima femminista del Nuovo Mondo. Bambina prodigio: imparò a leggere e scrivere già a tre anni e grazie alla biblioteca del nonno si interessò sin dall’infanzia alla filosofia e allo studio del latino di cui aveva una profonda conoscenza. Si dice che si tagliasse una ciocca di capelli ogni volta che non riusciva a memorizzare o capire qualcosa e che abbia frequentato con il permesso di sua madre l’università travestita da uomo. Vi invitiamo a riscoprire le sue poesie. Fra tutte, sicuramente da leggere e riscoprire Hombres necios que acusáis poema in cui critica il comportamento degli uomini nei confronti delle donne, il loro atteggiamento ipocrita, egoista e impulsivo. Fu una delle prime autrici a criticare apertamente la disuguaglianza e le ingiustizie delle quali erano vittime le donne per colpa del maschilismo e la discriminazione da loro sofferta.

Juana Azurduy (1780)

Eroina boliviana che lottò con il marito per l’indipendenza dell’allora Alto Perù, territorio che comprendeva l’attuale Bolivia e parte dell’Argentina e del Paraguay. Fin da giovane rivela un animo inquieto e ribelle: rimasta orfana viene inviata in convento da dove verrà espulsa a seguito di liti con la madre superiora. Amava andare a cavallo e vivere nelle campagne fra gli indios grazie ai quali imparerà il quechua e l’aymará. Accompagnò suo marito Manuel Padilla, sposato quando aveva venticinque anni, nella lotta contro gli spagnoli dal 1814 arrivando a ottenere il grado di colonnello per il suo coraggio, la sua forza e la sua abilità tattica. Si narra che nel 1825 Simon Bolívar abbia dichiarato:

«Este país no debería llamarse Bolivia en mi homenaje, sino Padilla o Azurduy, porque son ellos los que lo hicieron libre»

«Questo paese non dovrebbe chiamarsi Bolivia in mio onore, ma Padilla o Azurduy, perché sono loro che lo hanno reso libero.»

Teresa Wills Montt (1893)

Scrittrice e poetessa cilena. La sua fu un’esistenza tormentata, avventurosa, passionale e bohémienne. Giovane donna estremamente affasciante, a seguito della sua relazione extraconiugale con il cugino di suo marito venne allontanata dalle sue due amatissime figlie e rinchiusa in un convento da dove fuggì grazie all’aiuto del poeta Vicente Huidobro con il quale si trasferì in Argentina e poi negli Stati Uniti. Si recò successivamente in Europa dove visse fra Madrid e Parigi frequentando i salotti intellettuali dell’epoca stringendo amicizie con autori del calibro di García Lorca e Ramón de Valle Inclán. Scrittrice e lettrice compulsiva di lei sono imprescindibili i diari e le raccolte di poesie. Fra tutte vi segnaliamo Anaurí dedicata al suo giovane amante argentino che impazzito d’amore per lei, si suicidò. Ebbe l’opportunità di rincontrare le due figlie a Parigi ma quando il suo ex marito gliele portò di nuovo via, si suicidò la notte della vigilia di Natale del 1921 con un’overdose di barbiturici.

Rigoberta Menchú (1959)

Ci spostiamo in Centro America, precisamente in Guatemala terra che ha dato i natali a Rigoberta Menchú, attivista pacifista di origine maya quiché che vinse nel 1992 il Premio Nobel per la Pace con la seguente motivazione: «in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene». Figlia di braccianti, perse tutta la famiglia per mano dell’esercito e sin dagli anni Settanta sposò la causa contro le forze militari che espropriavano i terreni agli indigeni. Condannata all’esilio nel 1981 si trasferisce in Messico dove continua la sua lotta e dal 1991 diviene ambasciatrice dell’ONU. Non potete perdervi la sua autobiografia: Mi chiamo Rigoberta Menchù.

Link utili:

Di seguito qualche libro per chi abbia voglia di conoscere più approfonditamente queste magnifiche donne:

La Malinche: ebook romanzo Laura Esquivel (spagnolo)

Sor Juana Inés de la Cruz: 5 poemi in spagnolo (spagnolo)

Juana Azurduy: ebook romanzo Pacho O’Donnell (spagnolo)

Teresa Wilms Montt: ebook Anaurí – ebook Diarios Intimos (spagnolo)

Rigoberta Menchú: ebook Mi chiamo Rigoberta Menchú (spagnolo)

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